mercoledì 16 febbraio 2011

Ho scoperto di essere un'immigrata digitale...

In questi giorni mi sono appassionata al tema dei nativi digitali quindi navigando qua e là per il web e cercando informazioni, mi sono resa conto che rientro perfettamente nella definizione di immigrata digitale. 
Ho scoperto infatti che il termine “nativi digitali” è stata coniato da Mark Prenski nel 2001 per definire quella generazione dei nati a partire dagli anni 90 (periodo del boom tecnologico), ovvero tutti coloro che sono cresciuti immersi nella tecnologia giocando coi videogiochi, frequentando i social-network” e consultando il web in modo personalizzato. 
Tutti gli altri vengono definiti "immigrati digitali" cioè persone che come me hanno avuto un approccio con la tecnologia in età adulta e che quindi hanno dovuto adattarsi a differenti metodi di studio e di lavoro imparando ad utilizzare nuovi mezzi di comunicazione.
Infatti io sono diventata adulta nell'epoca in cui il cellulare, per altro di dimensioni improponibili aveva il tasto verde per chiamare e quello rosso per chiudere la conversazione, giocando in età adolescenziale ai videogames solo nelle sale giochi che per altro fungevano da luoghi di aggregazione e ho cominciato a navigare in internet con la consapevolezza dello strumento utilizzato.
Ho assistito come, nel corso degli anni, si sia modificato non solo il linguaggio ma siano subentrate nuove definizioni che determinano le caratteristiche dei nativi digitali attraverso l'uso di parole quali: multitasking, ipertestualità o interattività, termini assolutamente innovativi e fino a qualche decennio fa sconosciuti. 
Il dibattito su queste nuove generazioni è acceso e sicuramente esistono pareri discordanti sul fatto che queste sviluppino nuove caratteristiche cognitive a discapito di altre che via via si stanno perdendo.
Io non ho gli strumenti per poter giudicare cosa sia meglio o peggio, è chiaro che, nonostante ciò sia per me un tema per lo più sconosciuto, si debbano comunque sperimentare nuove forme di comunicazione e probabilmente di insegnamento ma si debba altresì valutare l'impatto che queste hanno soprattutto a livello sociale e di rapporti umani.
Con questo io sono assolutamente favorevole alla globalizzazione delle conoscenze e all'accesso libero delle informazioni tuttavia ritengo che in età infantile sia necessario filtrare e guidare l'utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici per non rincorrere poi in spiacevoli conseguenze.
Nonostante tutto, a causa della mia indole romantica, continuo a preferire il profumo della carta e il rumore delle pagine che si sfogliano durante la lettura di un bel libro, tutto il resto lo ritengo un contorno che mi aiuta nella vita quotidiana e con curiosità cerco di imparare...

" Ragazze, ma cos'è questo bagaglio?"




1 commento:

  1. Giorgia, anch'io sono un'immigrata digitale ma inguaribilmente romantica!!!!!!!!

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